#11 Il futuro di Cremonini

Voglia di futuro, libertà e spensieratezza. Il ritorno di Cesare Cremonini coincide con tutti questi valori, un ritorno in grande stile come da sempre ci ha abituati il cantautore bolognese. Sulla copertina c’è solo Cremonini e non Cesare, il suo lato più intimo è nelle canzoni a discapito di quel rigore alla professione che figura nel suo cognome, ereditato da suo papà scomparso da poco e che immagina con lui nella struggente MoonWalk. A legare i brani come pagine di un libro anche parti strumentali prodotte nientedimeno che a Abbey Road. Un album di assoluto livello che è stato anticipato da una grande performance al festival di Sanremo, la prima volta per Cesare.

La ragazza del futuro è uno snodo cruciale nella carriera dell’artista che vuole continuare a crescere, sperimentare e stupire se stesso in primis e il suo pubblico in secundis. La scelta di non inserire feat dimostra la sua esigenza di essere “voce” per quei tanti che in questi anni hanno saputo apprezzare quel suo lato sensibile nella produzione di canzoni, ma prima ancora nella stesura di testi sempre molto intimi.

La ragazza del futuro è un album, non una playlist. Un disco da ascoltare obbligatoriamente in successione, senza senza saltare alcun brano. Un viaggio dentro la musica, dentro l’arte, quella vera, nel vero e proprio senso della parola.

Non mi capitava davvero da molto di immergermi completamente nella musica e lasciarmi influenzare da un disco. Prendetevi il vostro tempo, staccate da tutto e solo a quel punto, potrete godere della bellezza che è connaturata in queste canzoni.

Consiglio vivamente di scoprire il futuro attraverso le poesie di Ce, da Colibrì a Stand Up Comedy a brani più ballabili quali Psyco e Jacky.

Non è un consiglio spassionato ma un invito alla felicità, da difendere sempre anche quando sarebbe meglio non cercarla. Essere felici non è un diritto, di più.

“Ho bisogno di qualcuno
Che mi indichi la strada
La ragazza del futuro
Forse l’ha trovata”.