Era il 2016 quando in Italia, tra i ragazzini, spopolava la musica trap. Un fenomeno divergente che univa i gusti musicali di coloro che animavano le scuole medie e superiori di tutt’Italia. Era l’anno di Sfera Ebbasta, della Dark Polo Gang, di Tedua, di Rkomi e non solo… Tutti volevano “trappare” perché il rap era già fuori moda: al parlato sulla musica, si preferivano i versi e suoni di una nuova cultura. Era l’inizio di una nuova era, una nuova wave importata – come al solito – indovinate un po’ da dove? Sì, proprio così. Dagli States.
E come ogni buon fenomeno popolare degno di nota, anche la trap ebbe una contro risposta. Capita sempre, se esiste il bene, esiste anche il male. Se c’era Pelè, c’era Maradona. Ogni Messi ha un suo Ronaldo e così via, dai avete capito insomma… e quindi ecco che la trap veniva fronteggiata dalla cosiddetta scena indie! Questi giovani cantautori, un po’ stralunati, che ai versi e agli “eskere” preferivano i nomi delle città e immagini della quotidianità. Si fa in fretta ad associare la trap di quel periodo a Sfera e il primo indie a Calcutta, ma entrambi i generi ebbero numerosi interpreti degni di nota. Tra questi, appartenenti al filone indie, vi era Tommaso Paradiso, all’epoca frontman dei Thegiornalisti, band nata nel 2009 con la volontà di seguire proprio quel filone e scioltasi – con qualche dissidio di troppo – nel 2019 dopo la svolta pop e forse anche per l’importante caratura del cantante di spicco. Tutti voi hanno intonato almeno una volta il ritornello di “Riccione”, hit estiva del gruppo romano divenuta tormentone nell’estate del 2017 quando i Thegiornalisti iniziavano a cambiare pelle guidati dal successo dell’album “Completamente Sold Out”. E lì che conobbi e mi innamorai artisticamente di quella contro risposta alla trap, che tanto mi piaceva perché mi rendeva diverso dai miei amici che cantavano di soldi, di donne e di strada per il solo gusto di sentirsi alla moda. La mia non è una critica, a dire il vero, mi pento anche a posteriori di questo mio atteggiamento anticonformista per il solo desiderio di esserlo; ma la mia era una battaglia romantica perché non trovavo nella trap, testi da dedicare alle ragazze di cui idealmente ero innamorato. Ed ecco che le risposte le cercavo (e le trovavo anche) in Tommaso Paradiso, conosciuto tramite il consiglio di mio papà, assiduo ascoltatore di Radio Deejay, primo grande network a lanciare la band al grande pubblico…
Come dicevo in precedenza, i Thegiornalisti cessano le loro attività di gruppo nel 2019 con la fuoriuscita del proprio leader, che iniziava ufficialmente la carriera da solista dopo aver collaborato come autore per vari cantanti del panorama musicale italiano tra cui Luca Carboni, Gianni Morandi, Noemi, Arisa, Lorenzo Fragola e non solo. Succede però che proprio quando il “Tommy nazionale” si appresta ad entrare prepotentemente sul mercato pop, il mondo si blocchi a causa della pandemia. La sua carriera da solista si era aperta con una canzone manifesto dal titolo “Non avere paura”, un singolo che sottintendeva che da lì a poco sarebbe stato pubblicato un album, che però – per varie vicissitudini – ha visto i natali solo lo scorso 4 marzo. Un lavoro totalmente in linea con quella che è la sua attitudine e la sua idea di musica romantica con undici godibili brani che rientrano del concept di “Space Cowboy” ovvero “vaccaro dello spazio”, volendo tradurre il tutto all’italiana. Una sorta d’esperienza in musica attraverso le due passioni del cantante (tra l’altro con una laurea in filosofia che non tanto ama esibire) ovvero lo spazio e i film western…
Il disco è stato anticipato dai singoli “Magari No” (15 settembre), “La stagione del cancro e del leone” (15 dicembre),”Lupin” (19 gennaio 2022) e “Tutte le notti” (23 febbraio 2022) che risultano essere tra i brani più accattivanti del progetto, senza dimenticare l’omonimo “Space Cowboy” e “Amico Vero” (che vede la collaborazione di Franco 126: un binomio che si conferma vincente dopo il successo di “Stanza Singola” di qualche anno fa).
Il cantante ha definito il proprio lavoro “un disco senza tempo”, io aggiungerei di ascoltarlo, lasciandovi trasportare dalle immagini e dalle sensazioni. Dal timbro molto radiofonico e certamente con un imprinting “commerciale”, Tommaso Paradiso, al contempo, riesce a produrre una buona musica che non va affatto sottovalutata. Tra i brani spiccano due su tutti, che si caratterizzano per i testi; sto parlando di “Sulle nuvole” (che dava il nome al tour pre pandemia) e di “È solo domenica”.
“Sono solo un vaccaro che ama guardare il cielo. Sono solo uno Space Cowboy”.