Ieri, venerdì 22 aprile, si è celebrata la “Giornata della Terra”, in inglese “Earth Day”: ricorrenza a supporto della protezione dell’ambiente. L’evento nasce nel 1970 negli Stati Uniti con l’obiettivo di coinvolgere quanti più Paesi nella sensibilizzazione su un tema importantissimo per l’uomo, che comprende varie lotte tra cui quella al cambiamento climatico. Greta Thunberg, attivista svedese classe 2003, è sicuramente divenuta un’icona dei nostri tempi in questo senso. Ha fondato, infatti, il movimento “Fridays for Future” (ad oggi conta oltre 14 milioni d’attivisti in tutto il globo) e si è resa protagonista di significativi scioperi che hanno ispirato centinaia di migliaia di ragazzi (e non solo) in tutto il mondo a scendere in strada per chiedere ai rispettivi governi di fare di più per contrastare il cambiamento climatico e salvare il pianeta. A lei, in questi anni d’attivismo, sono stati conferiti numerosi premi e riconoscimenti mediatici; molti di voi ricorderanno il suo intervento al Parlamento europeo nel 2019 o il famoso cartello con su scritto «sciopero scolastico per il clima».
La Rivista Solidale, come sempre attentissima ai temi sociali, ha dedicato – nella giornata del 22 aprile – la propria homepage alla diffusione di articoli strettamente legati alla tematica sopracitata. Io, dal mio umile punto di vista e privo di competenza in materia, mi limiterò a citarvi alcuni personaggi che si stanno impegnando concretamente affinché il tema della salvaguardia dell’ambiente non sia relegato a un solo giorno l’anno, bensì possa essere motivo di discussione e cambiamento per le varie generazioni.
Che la svolta “green” sia oramai un tema sentito dalle generazioni Zeta e Alpha non è un mistero; basti pensare al largo utilizzo delle borracce d’alluminio a discapito delle tante bottiglie di plastica nelle scuole italiane. Significativo, in tal senso, il gesto del primo cittadino di Milano, Beppe Sala, il quale nel 2019 assieme al cantante Marco Mengoni ha consegnato circa 100 mila borracce agli studenti milanesi, un modo per combattere l’utilizzo della plastica nelle scuole. I due ne hanno parlato proprio nel podcast del cantante, trovate l’episodio in questione de “Il Riff di Marco Mengoni” sulle varie piattaforme multimediali, tra cui Spotify e Amazon Music.
Anche la Tv ha provato recentemente a mandare un significativo messaggio circa il tema dell’ambiente e lo ha fatto con un show in prima serata condotto da Francesco Gabbani e Francesca Fialdini: “Ci vuole un fiore”. Il programma che prende il titolo dalla famosa canzone di Endrigo, è andato in onda su Rai Uno venerdì 8 aprile e ha visto la partecipazione di numerosi ospiti tra cui Massimo Ranieri, Ornella Vanoni, Tananai, Morgan, Fulminacci, Flavio Insinna, Maccio Capatonda, Michela Giraud, Piero Angela, Luca Parmitano, Giorgio Parisi, Carlo Cottarelli e Stefano Mancuso. La serata, che potete recuperare su Rai Play, è risultata molto piacevole e la critica ha lodato particolarmente le capacità di conduzione di Gabbani, che proprio ieri ha pubblicato il suo nuovo album “Volevamo solo essere felici”. Il cantante di Carrara, da sempre attento alle questioni “green”, ha dichiarato: “per me la natura è fonte di ispirazione, nella vita e nelle canzoni, è qualcosa di necessario. Non sono un attivista, ma mi sento green. Anche nei piccoli gesti quotidiani ho rispetto per l’ambiente, fin da bambino. E se qualcuno butta qualcosa per terra mi dà molto fastidio”.
Oltre al cantante di “Viceversa”, sono tanti i volti televisivi che si sono spesi in questa lotta e continuano a farlo come l’attore, figlio d’arte, Alessandro Gassmann. Il protagonista del recente successo Rai “Un professore” si dichiara un attento attivista relativamente a questo argomento. Ha da poco pubblicato #GreenHeroes, un diario di impegno civico scritto con Roberto Bragalone, i cui proventi verranno utilizzati per piantare alberi. Gassmann ha inoltre espresso la volontà di girare documentari sulla Terra, che è la sua più grande passione che cerca di raccontare quotidianamente sul suo profilo Twitter attraverso foto e riflessioni. “Mia madre è nata in una famiglia di contadini. Ha sempre portato avanti la sua esistenza come artista, attrice, pittrice, cittadina del mondo ma è sempre rimasta una contadina, io sono cresciuto con lei. Era inevitabile che il mio rapporto con la natura fosse di un rispetto totale. Non era mai successo che la situazione sul pianeta fosse così drammatica come quella che ci si prospetta a causa nostra. Siamo colpevoli, ma siamo ancora in tempo, le tecnologie ci sono. Il mio libro vuole parlare di soluzioni, vuole stimolare i cittadini a partecipare a questa piccola rivoluzione verde” dice ad ANSA il celebre attore.
E ancora, come non citare il famoso interprete hollywoodiano Leonardo DiCaprio. L’attore nel 1998, dopo il successo ottenuto con Titanic, ha fondato la Leonardo DiCaprio Foundation, organizzazione senza scopo di lucro dedicata alla promozione della consapevolezza ambientale. DiCaprio, insieme a Terra Mater Factual Studios ha prodotto il documentario ed eco thriller Sea of Shadows in cui fa vedere gli ultimi vaquita e cosa viene fatto per salvarli dai bracconieri. Tante le donazioni attraverso la fondazione, come dimenticare i tre milioni di dollari che ha destinato nel 2020 per gli incendi in Australia. La sua figura è certamente una di quelle da approfondire se si è particolarmente sensibili al tema, che a mio avviso dovrebbe interessare noi tutti per l’importanza che riveste da qui ai prossimi anni.
Linus, noto conduttore radiofonico e direttore di Radio Deejay, si è anche lui soffermato nel corso della trasmissione “Deejay chiama Italia” sulla Giornata della Terra e senza mezzi termini ha detto la sua: “si celebra e non si festeggia questa giornata, perché c’è poco da festeggiare. È come se vivessimo tutti in una grande villetta a schiera con un giardino non in ottime condizioni. C’è sempre la sensazione che questa giornata non serva a nulla, ma qualcosa è accaduta negli ultimi anni. Un po’ di consapevolezza c’è”…
Ho colto con piacere l’invito a scrivere queste righe sull’Earth Day, che sono state per me motivo di riflessione sull’argomento, che spesso sono il primo a sottovalutare. In questi ultimi anni il tema, a mio parere, ha assunto quasi l’accezione di “moda” tra i giovani, quasi come se il messaggio passasse in secondo piano davanti alla sola esigenza di parlarne. Ho giudicato male questa tendenza, ma d’altronde purché se ne parli è un buon compresso che ci sprona a migliorare la nostra condizione. Forse a qualcuno non interessa per davvero, ma sarei retorico se facessi di tutta l’erba un fascio. Ciò che è certo che l’argomento, tanto pubblicizzato e alle volte bistratto, rimane al centro dei discorsi e non può che farmi piacere. Confido nella mia generazione affinché si possa smuovere ancor di più qualcosa, nel mentre continuerò ad adottare comportamenti adeguati nel mio piccolo, cosa banale ma che consiglio a tutti di fare. E se già Ippocrate diceva che “ogni cosa avviene conforme a natura”, non possiamo restare indifferenti noi ragazzi del secolo ventuno…
Non sarò DiCaprio (mi piacerebbe molto eh) e nemmeno Greta Thunberg, ma – come già detto – non disdegnerò di impegnarmi concretamente per dei risultati tangibili all’interno della mia comunità. “Il nostro obiettivo dovrebbe essere di lasciare il pianeta in condizioni migliori di come l’abbiamo trovato ed al momento non ci stiamo riuscendo“ dice il caro Obama nel documentario ad opera di DiCaprio (consiglio la visione) “Il punto di non ritorno” (“Before the flood”)
…che sia la volta buona!