#23 Il “mio” Eurovision

L’Eurovision 2022 giunge al termine con la vittoria (quasi) scontata dell’Ucraina. Che sia un atto di simbolico o un reale apprezzamento per “Stefania”, brano della Kalush Orchestra non ci è dato saperlo, ciò che è certo che il Paese assediato dell’invasione russa ospiterà – si spera – la prossima manifestazione canora continentale. Un evento significativo che quest’anno ha visto l’Italia padrona di casa con Torino che ha regalato tanti eventi (correlati alla manifestazione principale) per la città e un nuovo modo di fare spettacolo molto diverso dal nostro Sanremo. Un grazie particolare ai Maneskin, vincitori dell’edizione 2021, che hanno permesso il realizzarsi di un qualcosa che non eravamo abituati a vedere qui nel Bel Paese (se non con risultati altamente discutibili nelle edizioni del 1965 e del 1991). Non è però corretto, al tempo stesso, ridurre il tutto al solo successo di Damiano e compagni nell’ESC 2021, anche perché la crescita mediatica del nostro Paese all’Eurovision è cominciata con Il Volo e il loro terzo posto nel 2015 ed è proseguita con le partecipazioni dei vari Gabbani, Mahmood ed Ermal Meta con Fabrizio Moro nelle più recenti edizioni. Per dovere di cronaca è giusto ricordare che l’Italia – assieme a Francia, Germania, Spagna e Regno Unito – è annoverata tra i Big Five, ovvero quei Paesi che gareggiano direttamente in finale (saltando il turno eliminatorio della semifinale) poiché hanno contribuito in modo particolare al miglioramento dei servizi radio televisivi in Europa. Dopo un’assenza durata ben 13 edizioni, l’Italia è tornata a parteciparvi nel 2011, un’ascesa che ha portato, come già detto, alla vittoria in quel di Rotterdam.

L’edizione che si è conclusa nella serata di sabato e che ha visto proprio la band rock tra gli ospiti, ha stabilito record importanti anche a livello di ascolti televisivi. L’evento, trasmesso con telecronaca italiana (con un Malgioglio senza freni) su RaiUno e in inglese su RaiPlay (e YouTube), ha visto ben 6 milioni 590mila d’italiani davanti al televisore per il gran finale e una marea di commenti sulle varie piattaforme social. Coreografie d’alto livello e momenti amarcord con citazioni alla grande Raffaella Carrà, ma anche la possibilità di ballare con la musica dance con Dardust e Benassi durante il primo turno eliminatorio. La semifinale numero uno ha finalmente restituito a Diodato la possibilità di esibirsi davanti alla platea continentale con la sua “Fai Rumore”, in quanto non gli era stato possibile gareggiare nel 2020, a seguito della situazione sanitaria legata al Corona Virus.

Seppur il duo Mahmood e Blanco non sia andato oltre il sesto posto in classifica, noi italiani possiamo esultare ed essere orgogliosi della risonanza mediatica dell’Eurovision, per merito anche della conduzione a tre – rigorosamente in inglese – che ha visto Cattelan, Pausini e Mika cimentarsi nel ruolo di host per la buona realizzazione del festival. Per chi non lo sapesse e per chi non avesse visto l’evento, è doverosa la seguente delucidazione: il format (a detta di molti: internazionale) dell’Eurofestival è totalmente differente rispetto alla principale kermesse canora italiana e se ne discosta nelle forme e nelle tempistiche! Dimenticate quindi i lunghi monologhi di comici o la discesa dalle famose scale da parte delle principali attrici o modelle italiane, al centro dell’ESC c’è la musica e lo show in tutte le sue forme; motivo per cui le serate scorrono in maniera più diretta senza continue interruzioni tra una canzone e l’altra…il ruolo dei conduttori certamente ridotto rispetto al classico presentatore all’Amadeus per intenderci, è totalmente stravolto ma non per questo meno importante all’interno dello spettacolo. Lungi da me fare un paragone tra le due manifestazioni, ciò che consiglierei alla Rai però è che magari sarebbe giusto contaminare leggermente la nostra idea di show con qualcosa di globalmente più forte…

Come è lecito aspettarsi da una rubrica come “Ti consiglio” e come ho già fatto nel pezzo post Sanremo, ecco che vi elenco i principali momenti che vi invito a guardare o rivedere qualora ve li foste persi! Un ulteriore invito a non sottovalutare tale evento da qui ai prossimi anni poiché davvero c’è un bisogno di conoscere altro rispetto alle nostre abitudini. Consiglio che, come ogni volta, cerco di far arrivare anche a me e alle mie abitudini, che troppe volte mi hanno indotto a limitare il raggio d’azione delle mie scelte.

Ed è così che vi consiglio:

– l’entrata di Cattelan nella seconda semifinale: l’ex presentatore di X-Factor si è cimentato nel ruolo di “ballerino” su un trend di TikTok. My name is Chicky!

– Il “PORCA VACCA” pronunciato da Laura Pausini. Un’esclamazione, ahimè preparata, come tutto in questo Festival che ha forse l’unico difetto di essere forse troppo ingessato e poco libero all’improvvisazione.

– La performance di Achille Lauro che ha gareggiato per San Marino. Il cantante aveva trovato questo escamotage per partecipare all’ESC, senza però riuscire a strappare il pass per la finale. Con la sua “Stripper” si è fermato in semifinale, non escludendo un ritorno nei prossimi anni. Vi invito ugualmente a guardare su YouTube la sua esibizione sopra un toro rosso e che ha visto anche un bacio con il suo compagno di musica di sempre ovvero Boss Doms. Peccato che il voto non abbia aiutato il povero Achille, che avrebbe meritato sicuramente la possibilità di esibirsi nell’ultimo atto del contest, anche perché la sua performance durante la seconda semifinale è risultata essere il picco più alto di share di quella serata.

– Arriviamo ora alle canzoni che più di tutte mi hanno impressionato…e quindi oltre ad Achille e al duo nostrano, vi consiglio le esibizioni di Olanda, Spagna, Albania e Norvegia con un gruppo vestito da lupi gialli che canta: “dai la banana al lupo” e dice di venire dalla luna: assurdi!

Ce n’è davvero per tutti i gusti. Dal pop al rap, dalla storia del concorrente del Belgio che in realtà, oltre a cantare, è anche un portiere che gioca in una squadra di calcio della serie B belga. Tante emozioni e divertimento, l’Eurovision Song Contest targato Torino per me è promosso a pieni voti.

Parere mio personale” (semicit).