Domenica 6 febbraio si celebra in Italia la Giornata per la vita promossa dalla Chiesa italiana. Ogni anno i vescovi sottolineano l’importanza della vita umana dal concepimento al suo naturale tramonto. Custodire ogni vita è il compito di ogni persona. Custodire la vita fa parte dell’indole della nostra propensione alla sopravvivenza. Eppure ogni giorno assistiamo a veri oltraggi alla vita. La vita è sciupata nell’abuso che facciamo di essa. La vita è sciupata nel momento in cui non apprezziamo il suo valore. Di fronte ad eventi in cui si assiste a un corale impegno per la custodia della vita, ci sono tanti altri eventi che deturpano questo impegno. La malattia, l’abuso sessuale, la debolezza umana, a volte giustificano gesti anche estremi. Anche noi rimaniamo esterrefatti da certe situazioni tanto da non avere parole capaci di dimostrare il contrario. Rimaniamo in silenzio perché non sappiamo cosa dire, quasi a ledere un diritto. “Il vero diritto da rivendicare è quello che ogni vita, terminale o nascente, sia adeguatamente custodita. Mettere termine a un’esistenza non è mai una vittoria, né della libertà, né dell’umanità, né della democrazia: è quasi sempre il tragico esito di persone lasciate sole con i loro problemi e la loro disperazione”. Sono i vescovi che parlano nel loro Messaggio per questa giornata. “La risposta che ogni vita fragile silenziosamente sollecita è quella della custodia. Come comunità cristiana facciamo continuamente l’esperienza che quando una persona è accolta, accompagnata, sostenuta, incoraggiata, ogni problema può essere superato o comunque fronteggiato con coraggio e speranza”. Siamo spettatori in queste ore dell’immane impegno del popolo marocchino per la salvare la vita a Ryan. Di fronte a questo impegno che ha tenuto tutto il mondo con il fiato sospeso, impegniamoci a salvare ogni vita. La vita è un dono. Come tale va custodita.