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Quante volte nella nostra vita siamo stati assaliti dai dubbi, dalla paura?

Brutta bestia l’ansia, sensazione che tutti noi abbiamo sperimentato almeno una volta nella vita. Si manifesta con sintomi fisici come palpitazioni, sudorazione e respiro affannoso, ma soprattutto con una forte preoccupazione e apprensione che sembra impossibile da scuotere.

Chi soffre di ansia spesso descrive questa sensazione come un’ombra intorno a sé, che non permette di godere delle cose belle della vita, ma che invece paralizza e impedisce di vivere serenamente.

Io in primis capisco bene , perché ho vissuto e vivo tuttora anche io periodi di forte ansia, soprattutto in sessione universitaria. Ma non è necessario sentirsi soli in queste situazioni, né tenerle nascoste per paura del giudizio degli altri. Meglio invece aprirsi alle persone a sè care senza il timore di sentirsi deboli o vulnerabili: si dice che un confronto amichevole non ha mai fatto male, specie se consideriamo l’ansia un fattore che attanaglia gran parte dei giovani, situazione che non è stata sicuramente agevolata dalla pandemia.

Possiamo imparare a gestirla, prendere consapevolezza e cercare di affrontarla. Seppur riconoscerne l’esistenza può essere un gran primo passo il percorso è purtroppo molto lungo, ma non bisogna rinunciare mai alla speranza.

Signore e signori, oggi parliamo di Dubbi, proveniente dall’ultimo album del rapper italiano Marracash.

“L’amore? L’amore di cui parla
Cioè stringere una cosa forte fino a soffocarla?
Un gioco in cui mi faccio male o faccio male a un’altra
Ho quarant’anni e mai visto un legame che rimanga
Un amore materno, viscoso, non mi serve, non lo voglio
Per me è solo un modo per nascondersi dal mondo
(Tuo fratello ha due bambini splendidi, non li avrai mai)
(Nessuno ti aspetta, si fotte di come stai)
Anche questo, tutto questo
Volevo davvero questo? Tutta la vita che ci penso

Forse non credo più al prodotto che vendo
Che paradosso, no? Che io per essere me stesso
Sia costretto a andare dove non mi riconoscono
Ci sarà dell’altro oltre lo sfarzo per lo sforzo
Qui dall’alto penso che ho sacrificato troppo
Amo il caos, odio sia tutto sotto controllo
Non mi va che fare soldi a palate
Mi faccia un ricco che non sa più allacciarsi le scarpe
È lampante, accade già in questo istante
Sorrida il mio conflitto va dritto nelle sue tasche

Forse fare musica è l’unica soluzione
Forse non c’è buca che racchiuda il tuo dolore
Forse non c’è fuga che conduca all’evasione
Forse stavo bene tra i perdenti e gli idealisti
Forse la salute mentale è roba da ricchi
Forse per andare avanti non devi ascoltarti
Come fanno gli altri? Li vedo così convinti

E senza dubbi, dubbi, dubbi
Tutti senza dubbi, dubbi, dubbi, dubbi
Tutti, tutti, tutti
Tutti senza dubbi, dubbi, dubbi, dubbi”

Il brano, tra i più intimi dell’ultimo lavoro discografico di Marracash, è una vera e propria seduta di terapia, una descrizione schietta e diretta dei processi mentali del cantante, devastato dai dubbi sulla sua evoluzione e nel pieno di un circolo emotivo che non centralizza le preoccupazioni bensì accarezza vari temi. Dal concetto di famiglia e amore, come quando canta: “Ora lei è il mio strizza, dice che la normalità mi terrorizza, che non c’entri proprio la famiglia? Anni fa, cazzo, sarei crepato dal ridere, non temo la morte, ma ho paura di non vivere”, frase potentissima da cui si evince tutta la paura dell’artista (comprensibile, chi a volte non si sente schiacciato dal futuro e dal flusso severo del tempo?). Nel circolo anche il suo rapporto con le sostanze, diventate un cumulo di spiacevoli conseguenze, come l’impossibilità di dormire senza sonniferi: “Anni fa, sì, la tiravo, ora è raro. Canne sono ancora schiavo, paglie in calo, ho problemi con il sonno più che altro, senza pillole non dormo ormai da tanto”. Anche i rapporti sentimentali, relativi all’epoca del fidanzamento con la cantante Elodie, vengono mostrati attraverso una lente d’ingrandimento, filtrando tra le dalle insicurezze del rapper: “L’amore? L’amore di cui parla, cioè stringere una cosa forte fino a soffocarla? Un gioco in cui mi faccio male o faccio male a un’altra, ho quarant’anni e mai visto un legame che rimanga”.

Il bilancio degli ormai quarant’anni trascorsi con poche luci e molte ombre è amaro, tra un’infanzia complessa, influenzata da un’ottica in cui i criminali erano visti come delle star, e un rapporto contraddittorio con l’amore. L’artista così desideroso di trovare una persona speciale ma che non fosse materna nei suoi confronti, si fa travolgere e regala uno spaccato importante della sua vita. Con essun lieto fine disneyano,dalla montagna di insicurezze emerge un solo dato: da tutto ciò che gli è accaduto, ciò che è rimasto sono solo dubbi.