Ci capita spesso che dopo aver proclamato la lettura, quasi fugacemente, ascoltiamo Parola di Dio. A me e forse anche agli altri può sfuggire che Dio ci ha parlato. Oggi. In questo tempo. A noi. È la Parola che ascoltiamo che ci nutre e ci fa conoscere la rivelazione del “Verbo fatto carne”. La dimensione dell’annuncio non si esaurisce solo perché siamo testimoni di un evento di salvezza. Ma si completa anche nell’ascolto della Parola, come ci dice S. Giovanni “vi annunciamo ciò che abbiamo veduto e udito”. Veniamo da una lunga tradizione in cui si aveva poca dimestichezza con i libri sacri. Si pensava erroneamente che i testi erano in esclusiva per i consacrati. Per fortuna da tantissimi decenni, la Parola è diventata familiare. Ci sono corsi biblici anche per laici. In tante comunità si ci prepara alla domenica con la riflessione sulla Parola proclamata. I sacerdoti sono ben preparati a spezzare la Parola in ogni celebrazione attraverso l’omelia. Eppure c’è ancora tanta “ignoranza” della Parola di Dio. S. Girolamo diceva che “l’ignoranza della scrittura è ignoranza di Cristo”. Ignoriamo, anche, che alcuni intercalari comuni provengono dalle scritture. La Parola scritta millenni addietro è Parola efficace per i giorni nostri. Perché è Parola viva. È luce sul nostro cammino. Non ritorna a Dio senza aver compiuto ciò per cui è stata mandata. Dopo la proclamazione delle letture dovremmo rimanere in silenzio e meravigliati: Dio ci ha parlato. Non il lettore, che andrebbe aiutato a comprendere bene ciò che sta proclamando con la sua voce, e magari facciamo fatica a capirlo perché usa una voce troppo bassa o proclama velocemente. Dio si prende cura di noi attraverso la sua Parola: Ci rialza, ci sprona, ci perdona, ci rimprovera, ci ammaestra, cura le nostre ferite, ci orienta. In questa terza domenica del tempo ordinario, Papa Francesco ha voluto che si celebrasse la domenica della Parola. Posta durante l’ottavario di preghiera per l’unità dei cristiani, la Parola è il testo che ci rende comunità dei credenti, tutti figli di Dio. È la Parola che mentre leggiamo, ci legge dentro. È la Buona Notizia che attendiamo. È lo “scoop” del giorno. Guai a noi se Dio rimanesse nel silenzio, non parlasse. Dice il salmista, “sarei come uno che scende nella tomba”.