Il 27 agosto 1915 un proiettile di grosso calibro centrò una chiesetta di campagna all’interno della quale si trovavano dei feriti intrasportabili ed il loro medico: Emilio Ricci, che non volle abbondonarli durante il massiccio bombardamento; la caduta della campana della chiesa non diete scampo al medico ed al ferito che stava assistendo. Furono numerosissimi i sanitari che si sacrificarono nei quarantuno lunghissimi mesi della Grande Guerra; oggi sono commemorati da un monumento, a Firenze, che simboleggia la loro opera pietosa di rinuncia per salvare la vita ai fratelli. Emilio Ricci, morto giovanissimo a ventiquattro anni, dimostrò precocemente la vocazione medica: nel 1908, studente di medicina a Napoli, si apprestò a curare alcuni superstiti del terremoto di Reggio e Messina; nel 1915, ormai medico, nei primi mesi della Prima Guerra Mondiale, correndo enormi rischi, continuò, fino alla tragica fine, ad assistere i feriti, nonostante i colleghi lo invitassero a salvaguardarsi. La sua sepoltura, a Torremaggiore, è caratterizzata da un tricolore sabaudo in marmo e da una scritta che lo ricorda non solo come medico e soldato, ma anche come scrittore. Infatti, Emilio Ricci era anche un poeta, un poliglotta e un profondo conoscitore della letteratura classica. Benedetto Croce scrive che il Ricci conosceva a memoria interi poemi e descrive la sua morte come la perdita di “una nobile figura destinata a salire ai più alti gradi della scienza”. Ricci era anche un uomo di alti ideali ed amante della libertà e della democrazia; nel 1911 chiese di partecipare alla spedizione di Ricciotti Garibaldi contro i turchi che occupavano i territori albanesi. Dopo la morte fu sepolto dai suoi commilitoni nel cimitero di Redipuglia e nel 1922 la salma fu traslata a Torremaggiore, dove si celebrarono solenni funerali. Nel 1923 fu insignito della medaglia d’argento al valor militare alla memoria e qualche decennio più tardi i torremaggioresi gli dedicarono una scuola elementare, in modo da trasmettere alle nuove generazioni i suoi valori, riassunti dal Croce nell’epitaffio: “In memoria di Emilio Ricci medico – soldato – scrittore che la vita generosa trasse in aura di mistica poesia offrendola al fine in olocausto alla Patria”.