ESCLUSIVA – “Tra noi è nato un rapporto di fratellanza”. Il cuore dolce di Gianpietro e Antonino verso i ragazzi migranti

La redazione di Rivista solidale ha avuto il piacere di intervistare Gianpietro Laccone e Antonino Giambona, educatori e responsabili presso l’Hotel Cotonou di San Giovanni Rotondo. Entrambi hanno messo le loro forze a disposizione di alcuni ragazzi migranti ospiti presso la città di San Pio. 

Ringrazio entrambi per aver accettato questa intervista. 

“Grazie di cuore a voi. Mi chiamo Gianpietro Laccone, ho ventinove anni e lavoro per il Consorzio Matrix da circa quattro anni. Il consorzio è una cooperativa sociale che lavora nel campo dell’immigrazione. Ho lavorato come operatore nello SPRAR di Vasto, ho continuato come vicedirettore nel CARA di Gorizia e poi come responsabile del CAS Hotel Cotonou di San Giovanni Rotondo. Io sono Antonino Giambona, proprietario della struttura Hotel Cotonou. Sono operatore presso il Consorzio Matrix da un anno. Insieme a Gianpietro abbiamo cercato di ospitare questi ragazzi”. 

La struttura dell’Hotel Cotonou ospita alcuni ragazzi migranti. Da quanto tempo sono presso la struttura e da quali parti del mondo provengono? 

“Il Cotonou ha aperto nel mese di marzo dello scorso anno. Accoglie circa quarantacinque utenti. Sono tutti richiedenti asilo. I ragazzi provengono principalmente dal Bangladesh, Pakistan, Gambia, Mali, Nigeria, Senegal e Ghana”. 

I ragazzi come trascorrono le loro giornate? 

“I ragazzi a causa della pandemia sono stati un po’ limitati nel svolgere le attività fuori dalla struttura.  Era molto difficile fare un percorso integrativo. Nel momento in cui le restrizioni si sono allentate abbiamo iniziato diverse collaborazioni con le associazioni del territorio. I ragazzi hanno iniziato a frequentare il CPA, scuola per completare il percorso di alfabetizzazione e hanno avuto l’occasione di realizzare l’albero di Natale nei pressi del Monte Calvo, nella città di San Giovanni Rotondo, aiutando un’associazione del posto”. 

Il tempo libero? 

“Lo possiamo insieme facendo un po’ di attività fisica e vedendo le partite di calcio in tv. Abbiamo seguito i match della Coppa d’Africa. Alcuni di loro hanno partecipato a diverse iniziative con le scuole dell’infanzia. Hanno realizzato il progetto “Il giro del mondo in 30 giorni” per raccontare la loro esperienza ai bambini più piccoli. Con l’amministrazione comunale di San Giovanni Rotondo siamo spesso in contatto per organizzare delle attività ludico ricreative esterne alla struttura”. 

Lo scorso anno, insieme al gruppo giovani della Comunità Laudato si e alla squadra dilettantistica dell’ASD San Marco avete organizzato una partita di calcio.

“Non mi aspettavo una risposta di affetto così forte da parte del pubblico. È stato un momento bello ed emozionante. Alcune settimane fa ho portato i ragazzi a vedere la partita del Real San Giovanni presso il Campo Sportivo Antonio Massa di San Giovanni Rotondo. Non erano mai stati in uno stadio”. 

Domenica 6 febbraio, Papa Francesco, durante un’intervista rilasciata al programma Che tempo che fa, ha pronunciato queste parole: “Il migrante va accolto, promosso e integrato”. Condividete il messaggio del Santo Padre?

I ragazzi devono essere accolti. Il papa ha detto delle parole giuste. Giorno dopo giorno ci rendiamo conto che tra noi è nato un rapporto di fratellanza”.

Mi è rimasta impressa un’immagine simbolica di quello che purtroppo avviene nel Mediterraneo. Una volontaria della croce rossa mentre abbraccia un migrante in lacrime. Oggi, nell’era dei social, si usano gli hashtag per mettere in risalto i termini più importanti. C’è una parola o un aggettivo per definire questa amicizia tra voi e i ragazzi?

Coraggio. Perché bisogna abbattere il muro dei pregiudizi per stringere amicizia”.