Le fracchie di San Marco in Lamis sono intimamente legate alla processione della Vergine Addolorata. È impensabile che una escluda l’altra. Il Venerdì Santo si illumina della luce e del fuoco di queste enormi torce di legno trainate da gruppi di giovani che per alcune settimane lavorano intensamente per mantenere la tradizione ereditata da nostri antenati. Il folclore si mischia alla fede. Come avviene per tanti altri riti pasquali sparsi nel mondo, il confine tra le due realtà è a volte labile. Una cosa è certa: Nel momento in cui la Vergine Addolorata, portata a spalle dalla Confraternita e accompagnata dal canto mesto dello Stabat Mater, esce dalla chiesa per percorrere le strade della città, l’emozione e il silenzio pervade tutta la processione. La luce e il fuoco delle fracchie è la luce e il fuoco della fede di ogni sammarchese. Le fracchie, legate alla tradizione dei riti pasquali, rievocano la notte profonda in cui il mondo era immerso dopo la morte di Cristo. Il legno lavorato e messo in maniera sincronica per rendere slanciato il cono, è il legno della croce a cui guardare nei momenti di sconforto e di difficoltà. La luce che le fracchie riescono a emanare è la luce della risurrezione a cui tendere e che non si spegne mai. Le fracchie non sono solo un rito da guardare. Le fracchie possono aiutarci, se non scadano solo nel folclore, a vivere bene la Pasqua.