L’importanza della sintesi

Pochi artisti in Italia sono capaci di raccontare delle storie riuscendo a non annoiare o a cadere nel romanzato. Quelli che ci riescono si contano sulle dita di una mano,quelli che scimmiottano con rigonfiata retorica uno stile non loro si contano sulle dita di due mani e ogni anno qualcuno si arrende ,consapevole di non poter manovrare una narrativa così distante.

Uno di questi è Nayt,rapper-poeta classe ’94 in grado di ammaliare con il suo ingente e intelligente soprattutto vocabolario.

Due anni fa presentò Doom,un progetto profondo che confermava a pieno l’evoluzione dell’artista e conseguentemente della sua musica.

Tratto predominante del disco la scrittura raffinata che inglobava costantemente la successione di pezzi raccolti in una grande autobiografia tra passato, presente e futuro.

Passato con 3D,famoso produttore e compagno fidato del rapper, che con la sua consuetudinaria firma “3D baby” forma un connubio musicalmente ottimo con la musica e con la voce di Nayt. Presente perché dietro incastri mai banali (tutto tranne che scontato) e splendide metafore Nayt si conferma un vero cantautore moderno,capace di adattarsi ai generi attuali(Opss ne è un perfetto esempio con la sua adrenalinica dose di energia che seppur porti il tutto a un risultato metricamente e tecnicamente perfetto risulta quasi la nota dolente del disco per quanto la struttura è profonda) senza snaturarsi per niente ma risultare trasparente come non mai in un autoracconto costante. Futuro perché Nayt,come chiunque, ha una grandissima paura di esso e non perde occasione per mostrare la sua incertezza e i suoi dubbi su quello che gli riserverà la vita.

Oltre al fatto che qualitativamente sia un album indiscutibile perché ne sto parlando? Perché il mio cervello va a periodi con il meraviglioso mondo della musica: scopre una canzone che lo cattura,la consuma fino all osso e la butta via,come i peggiori ex nelle storie tossiche d’amore. Ma Doom no. Doom è rimasto nel mio cuore.

Ad oggi ho ancora tre quattro pezzi che non mi stancano nonostante i numerosissimi ascolti. Ma uno mi ha segnato. E dura un minuto e ventidue secondi.

Signore e signori,oggi si parla di (Arrivo?)


Nel testo introduttivo della canzone, Nayt pone una domanda retorica, chiedendo se sta arrivando al successo che ha sempre desiderato. Questa domanda iniziale mette in luce l’ambizione e l’aspirazione dell’artista verso il raggiungimento dei suoi obiettivi.
Nella prima strofa, Nayt riflette sul suo percorso e sulle sfide che ha affrontato per arrivare dove è ora. Descrive le lotte personali e le pressioni che ha dovuto superare per perseguire i suoi sogni. L’artista esprime il desiderio di avere un impatto e di lasciare un segno nella sua carriera musicale. C’è una tensione tra l’ambizione e la paura di non riuscire a soddisfare le aspettative.
Nella seconda strofa,maggior colpevole dell amore che ho tuttora per il brano, Nayt continua a riflettere sulle sfide e sulle pressioni che affronta. Si chiede se il successo che sta cercando vale davvero la pena e se può portare felicità e soddisfazione durature. L’artista mette in discussione il significato del successo e si preoccupa delle conseguenze che potrebbero derivare dal raggiungerlo. Nel mentre,quasi di soppiatto, entra la figura dell amore,senza un volto ma intriso di poetica passione.

“Ritorni sempre tu, vedi?Non ricordo se i tuoi occhi sono verdi o sono blu,ci credi?Per me sei come Yoko per John il suono che ho addosso quando non ci sei è il vuoto che porto, ho il fuoco negli occhi. A volte ripenso a cosa siamo noi due”

Ed è qui, nel ponte,che nayt mi ha stregato. Come chiudere una canzone così bella e profonda? Serve un messaggio imponente che rispetti la struttura della canzone e rispecchi la solennità delle strofe.

“E mi piace, ho fatto tanta strada alla fine Per dire solo:Uoh, uoh, uoh Quando ti vedo penso: “Uoh-oh”Uoh, uoh, uoh Quando ti vedo penso, mhmUoh, uoh, uoh Quando ti vedo penso: “Uoh-oh”Uoh, uoh, uoh Quando ti vedo penso, mhm”

Uoh uoh uoh. Così, di sasso e di colpo,pare quasi una presa in giro. Ma non lo è ed è impossibile descrivere l’armonia e la solennità di questa parte finale se non la si ascolta.

In un mondo di ridondanti messaggi volti a suscitare stupore e ammirazione Nayt risponde così. E il risultato è sorprendentemente solido e rappresenta il chiaro esempio di quei momenti in cui non parlare è molto più espressivo e potente della parola in sé.

E non è essere fan o meno, credo siano in pochissimi, forse nayt è il solo, ad avere la capacità di innalzare una canzone a certi livelli e poi buttare il tutto senza far percepire minimamente la caduta ma anzi intensificando il distacco tra i due momenti senza apparire fastidiosamente superficiali.

E invece nayt,lo stesso che fonda sulle parole un regno di poesia e colori, lascia di stucco tutti rendendo la parola di importanza secondaria in un flusso delicato di suoni e melodie che trascinano chi ascolta verso un’armoniosa fine.

Chapeau.