L’umanità in un solo corpo

Nel primo giorno del triduo pasquale la Chiesa ci fa vivere due segni: la lavanda dei piedi e l’istituzione dell’Eucarestia. Nel primo segno, Cristo stesso si fa servo di tutti. Nella lavanda dei piedi, il divino s’inginocchia sull’umano. Ci dà l’esempio del servizio. Del corpo che ha cura dell’altro corpo. La prima comunione che stabiliamo è la cura dell’altro. Nel primo vagito, la mamma si prende cura del neonato. Nello scambio di amore tra due persone, la comunione si stabilisce nel prendersi cura per sempre l’uno dell’altro. Nell’accoglienza dell’ultimo respiro, ci prendiamo cura di quel corpo come ultimo atto di comunione. Nel pane spezzato, il corpo di Cristo è nutrimento per sempre del nostro corpo. La divinità di Cristo prende forma della nostra umanità ogniqualvolta che ci nutriamo di questo corpo. Nel pane spezzato c’è il corpo reale di Cristo. La Chiesa prende corpo nel nutrimento del pane. Noi stessi non siamo chiamati a imitare un corpo come segno di comunione. Ma nel nutrimento dell’Eucaristia, il nostro corpo è assimilato a quello di Cristo, prende forma nel nostro corpo. Se prendiamo forma corpo di Cristo, prendiamo corpo del Padre, di cui Cristo è intimamente legato. Nel sacramento dell’Eucaristia, l’uomo prende corpo. Nel nutrimento dell’Eucaristia l’uomo vive la sua Pasqua quotidiana.