Inizio l’articolo facendo mea culpa in quanto anche i migliori quando sbagliano devono avere l’umiltà di chiedere scusa. Immaginando di non dover specificare la vena ironica della frase ai miei cari lettori che hanno imparato a conoscermi chiarisco dove sta il mio errore. Nell’epilogo dell’articolo precedente avevo detto che il seguente sarebbe stato quello importante. Due giorni dopo mi sono accorto di aver confuso le date e nonostante non vi possa dire “cosa bolle in pentola ” (nemici degli spoiler!)chiedo venia a chi si è approcciato a questo nostro appuntamento con aspettative.
Finita questa premessa oggi ci troviamo alla conclusione di una miniserie a cui sono legato in quanto è stato il primo format ufficiale da quando sono qui. Ma bando alle smancerie (che arriveranno, anticipo solo questo) e continuiamo:
3)Il podio si apre con un film notevolmente coraggioso che riflette l animo mai completamente domo il quale è Raimi. Parliamo di “Doctor strange nel multiverso della follia”, primo film capace di sorprendermi così tanto in sala. Le scene presenti in questo prodotto sono qualitativamente tra le migliori viste finora e i personaggi, presentati tutti con una caratterizzazione molto buona, si intrecciano tra loro in un panorama fuori di testa che rispetta la premessa della “follia”.Non posso dire di essermi approcciato a esso con basse aspettative ma credo semplicemente di conoscere la regola non scritta di casa marvel: mai pompare troppo un prodotto, l’attesa non sarà ripagata in pieno. Specialmente se il film, come suggerisce il titolo,promette un intreccio diretto al concetto di multiverso, novità così estesa da rendere complicata una diramazione chiara nell’insieme. Qui abbiamo un analisi sicuramente più approfondita, con diverse trovate assolutamente interessanti ma l impressione è che si poteva fare di più togliendo qualche dialogo evitabile e mettendo invece più enfasi della descrizione dei vari universi incontrati. Il materiale c’è ma se la scelta di mostrarmi un mondo in cui l’unica o quasi caratteristica inedita del posto sono i semafori che funzionano al contrario non viene accompagnata da qualcosa di più succoso beh.. . Il regista,seppur visibilmente trattenuto, si permette veri e propri colpi di genio e tocchi horror totalmente inediti per la Marvel. A livello visivo il film non si discute, a narrazione abbiamo pecche importanti (il fatto che anche le posizioni alte tengano punti dolenti anche importanti è la dimostrazione che con la fase 5 si può e si deve fare di più) come una non indifferente contraddizione interna che a primo impatto ho digerito poco(va bene intrecciare le trame dei film e delle serie ma la coerenza è fondamentale, sembra scontato dirlo ma evidentemente non è così) in quanto rappresenta il fulcro della storia. Difatti come nemico principale abbiamo..un personaggio che nel prodotto precedente era diventato buono. Altro punto dolente dello stesso è come sia stata potenziata,a mio parere in modo esagerato ,esempio di questo uno scontro con supereroi non indifferenti che termina in maniera ridicola per questi ultimi. Aldilà di questi evidenti problemi è inevitabile metterlo nella top 3,c’è decisamente troppa carne al fuoco per posizionarlo sotto altri prodotti e le cose positive sono di gran lunga in maggioranza.
2)Black Panther ha tutte le carte in regola per trovarsi in queata posizione, seppur iilm sia stato molto criticato. Cercando di non avere nessuna partecipazione emotiva che tiene considerazione della tragica perdita di Chadwick Boseman(pace all anima sua, spero vivamente che il mio tentare di essere oggettivo nella valutazione non raggiunga l effetto contrario di sembrare apatico) mi sento in modo sincero di lodare questa fatica Marvel,nonostante qualche aspetto rivedibile che ha reso lo scontro per la prima posizione più semplice. Siamo di fronte a un film solenne sin dai primi commoventi minuti in cui viene mostrato il funerale della controparte supereroistica(appunto il personaggio di Black Panther)di Boseman da parte del popolo wakandiano che viene affrontato, specialmente nella prima parte, in modo molto interessante. La seconda parte si lascia andare maggiormente all azione,tagliando quasi con violenza il ritmo scandito dalle diverse parti in cui è organizzata la pellicola ma non abbandona l’attenzione alla narrazione in cui forse ci si sofferma troppo. Difatti la parte centrale del film tende ad allungarsi,aspetto che a qualcuno è piaciuto ma a molti no. Io personalmente ho apprezzato la scelta di soffermarsi maggiormente sulla serietà delle descrizioni ma comprendo la critica alla durata,la trama,o meglio la trasposizione di essa,andava forse “sgrassata”. L’azione è ben realizzata, anche grazie alla scelta del nemico (d’effetto sicuramente anche se forse andava presentato meglio) e essa deve molto alla scelta di porre l’azione in un contesto corale,essendo la protagonista Shuri il grande punto dolente del film in quanto seppur non sia affatto da buttare è in limpida difficoltà nel compito di reggere l improvvisa eredità.
1) Squadra che vince non si cambia. Di fronte al successo dell esperimento Special (con Lycantropus ,trattato nella parte precedente) Marvel ci ha visto lungo e ha deciso di vincere facile usando come fulcro della storia i guardiani della galassia, personaggi da sempre amati dai fan che ormai accompagnati dalla firma di James Gunn (sigh per il suo recente passaggio a DC comics!) rappresentano ormai una certezza. Il divertimento è anche questa volta assicurato, rafforzato anche dalla formula che permette di presentare una trama senza troppe pretese. Seppur la trama decida di concentrarsi unicamente sui personaggi di Drax e Mantis(entrambi in gran forma,specialmente Drax che regala momenti esilaranti come suo solito) lo sfondo non viene affatto ignorato a partire da uno Star lord in un’inedita veste più matura e responsabile. Il comparto musicale,da sempre una garanzia nei film del gruppo supereroistico, è come sempre al top e aiuta la pellicola a non calare di qualità e non stancare il pubblico. Primo posto meritatissimo.
Anche questo viaggio è terminato,grazie a tutti quelli che mi hanno seguito per questi 4 episodi. Al prossimo articolo che sarà, -questa volta sul serio-un appuntamento speciale con un annuncio finale. Il vostro amichevole giornalista di quartiere (passatemi la battuta contestualizzata) vi saluta!