Il dovere di ogni giornalista è quello di raccontare la verità. Non la “sua” verità, ma ciò che ha visto e udito. Come ha detto Papa Francesco, i giornalisti devono avere le suole delle scarpe consumate. Devono, cioè, non parlare per sentito dire, ma devono accuratamente scrivere quello che vedono sul posto, per poter permettere a chi legge di farsi una sua opinione.
Oggi, purtroppo, l’informazione è un’arma che si usa per distogliere o far passare notizie e opinioni secondo un proprio fine. Non soltanto per usi commerciali, ma come succede sempre più spesso, anche nei conflitti armati.
Parlare al cuore è la missione di un giornalista. Soprattutto dei giornalisti cattolici e della stampa cattolica che “non deve temere di affermare la verità, a volte scomoda, che trova il suo fondamento nel Vangelo ma non deve disgiungere questo annuncio da uno stile di misericordia, di sincera partecipazione alle gioie e alle sofferenze dell’uomo del nostro tempo, come ci insegna in modo sublime la pagina evangelica che narra il dialogo tra il misterioso Viandante e i discepoli di Emmaus”.
Lo stile di ogni giornalista è lo stile di Gesù, che non si fermava alle apparenze, ma andava dritto al cuore di ognuno.