“Le guerre vanno e vengono, la minestra resta”.
Così si apre la mia riflessione, con questa ironica (ma non troppo) affermazione.
La pietanza viene consumata ancora oggi ma pochi sanno che le sue origini pongono le loro radici povere nel ‘200 (come si evince da uno scritto antico).
Caratteristica certamente più conosciuta riguarda il suo essere anche nota come acerrima nemica dei più piccini.
Impossibile non pensare a Mafalda, striscia di fumetti divenuta popolare in Europa e America Latina.
La serie ideata dal fumettista argentino Quino nel 1963 deve la sua fortuna all’irriverente Mafalda, una tagliente bambina di 6 anni. La protagonista, centro di oltre 3000 storie ,presenta come tratti distintivi oltre a un costante odio nei confronti della minestra anche uno sguardo critico e sarcastico al mondo degli adulti che la circonda.
Il fumetto di genere umoristico, seppur con un occhio rivolto in particolare ai più giovani ,si trova spesso interessato a problemi di livello mondiale quale la questione del Vietnam o la fame nel mondo, accogliendo anche un pubblico più datato.
Iconiche le sue domande sempre dirette e pungenti che incontrano come risposta incertezza e a volte vere e proprie crisi di nervi da parte dei genitori esauriti dal desiderio incontenibile di conoscenza della figlia.
Ma spostiamoci dall’ambito culinario pur rimanendo concentrati sullo stesso focus.
Si sa, la minestra riscaldata non è mai buona (a tal proposito giusto recuperare il concetto di nostalgia, quale migliore amica dell’uomo ma anche grande arma a doppio taglio), almeno così dice il famoso detto.
Basti pensare a quelle saghe o serie portate allo stremo, continuate per fruttare al massimo la popolarità ottenuta. In questi casi le probabilità di portare ad uno “strafalcione” sono alte e nonostante i buoni fini per legare con i fan si tratta di una situazione che rischia di condurre al risultato contrario.
È sicuramente il caso di Indiana Jones, saga storica d’azione a cura di George Lucas che nel 2008, 19 anni dopo l’indimenticabile trilogia, ha provato a sfruttare per l ultima volta il “brand” purtroppo fallendo e non riuscendo a essere da eccezione all’ineluttabile legge per cui ogni cosa ha il suo tempo.
Con un Harrison Ford visibilmente alle prese con l’imminente scorrere della vita e un pretesto strutturato male per far tornare in voga la saga, è stato evidente che la fiamma scattata al debutto si fosse spenta. Piove sul bagnato: sono da poco terminate le riprese per addirittura un quinto capitolo che sbarcherà nelle grandi sale nell’estate del 2023, a meno di ulteriori problemi. Sperando che la schiena di Ford non abbia avuto problemi ci resta solo che augurarci un film non per forza bello, ma che almeno non rovini troppo la reputazione del rinomato marchio.