Vescovo povero, Vescovo dei poveri

La Chiesa pugliese in festa per la dichiarazione di venerabilità di Don Tonino Bello.

Alla presenza del cardinale Marcello Semeraro, prefetto della Congregazione per la causa dei santi, di numerosi vescovi della Puglia e delle Regioni vicine, di tantissimi sacerdoti, delle autorità civili e militari, del fratello Trifone e della famiglia, nella Cattedrale di Molfetta è stato letto pubblicamente il decreto approvato da Papa Francesco sulla venerabilità del servo di Dio don Tonino Bello, Vescovo di Molfetta, Giovinazzo, Ruvo e Terlizzi. È stato il vescovo di Molfetta S. E. mons. Domenico Cornacchia a farsi interprete della gioia dell’intera diocesi, di quella di Ugento- S. Maria di Leuca, dove è nato e dove ha svolto il suo ministero sacerdotale fino alla consacrazione episcopale, ma anche delle numerose persone che hanno avuto modo di avvicinare don Tonino Bello durante tutto l’arco della sua vita. Presidente di Pax Christi dal 1985, don Tonino Bello è stato il vescovo che ha dato voce ai poveri, ai sofferenti, agli immigrati. Il suo non è stato un ministero fatto solo di parole, ma ha dato una casa, il suo episcopio, a quanti hanno cercato un luogo per sentirsi a casa. E la “casa” è stata la struttura per l’accoglienza dei numerosi giovani sbandati a causa della tossicodipendenza voluta e istituita a Ruvo di Puglia da don Tonino Bello. Profeta di pace, nel dicembre 1992, già segnato dalla malattia, con 500 persone, si è recato a Sarajevo per una marcia della pace per far tacere le armi nell’Europa divisa dall’odio razziale e religioso. La venerabilità di don Tonino Bello, pur approvata dal Papa il 25 novembre 2020, ma di fatto riconosciuta dai fedeli fin dal primo giorno della sua morte. Succede ai santi, il popolo precede la giusta prudenza della Chiesa. Adesso il processo per la sua beatificazione e santificazione non termina. C’è bisogno del “dito di Dio”, come definisce Papa Francesco, il miracolo che per l’intercessione di don Tonino Bello deve avvenire ed essere riconosciuto dalla Congregazione per la causa dei santi, per suggellare la santità del candidato. Gli scritti di don Tonino Bello, le sue omelie, i messaggi e i tanti discorsi, sono ancora molto apprezzati e non finiscono di essere dati alle stampe. Sono fonti di ispirazione, di crescita personale, di sostegno nel cammino di fede. Don Tonino Bello ha voluto essere seppellito nella nuda terra di Alessano, sua città natale. La sua tomba è meta di pellegrinaggi, soprattutto da parte dei giovani che vedono in questo cristiano, prete, vescovo, un fratello a cui attingere nel proprio cammino e nelle proprie scelte di vita. Sulla tomba di don Tonino, a 25 anni dalla morte, si è recato anche Papa Francesco. Don Tonino e Papa Francesco non si sono mai incontrati, ma la loro vita ha in comune numerosi tratti, quelli di una scelta evangelica radicale.